mercoledì 10 giugno 2009

La sfracaseda

Ieri sono andata a trovare la mamma e la nonna (non mamma e nonna come dice il mio amico di Caltagirone).
La conversazione faticava a decollare per due motivi:
1) i lavori all'area della ex Silan, che creavano un frastuono per cui non ci si sentiva da qui a lì
2) la difficoltà di reperire argomenti visto che con mia madre ho capito che non si può entrare in argomenti troppo personali, non li capisce. La nonna invece, è molto ricettiva (come già vi ho detto la Minerva è una forza della natura ed è anche molto intelligente), ma non è lei, mia madre e quindi...largo ai giovani!

Poi abbiamo trovato l'argomento comune: il cibo.
La Minerva mi ha raccontato di un bidone di cosce di tacchino che, avventurosamente, ha portato in salvo. Lei che non vede quasi niente e che non riesce quasi a camminare, ha costretto Franco, mio cugino handicappato, a portare il tacchino giù per 4 piani di scale e poi in cantina, perché se non fosse stato messo in congelatore sarebbe andato a male. La Minerva ha inseguito Franco fino in cantina e, quando lo ha incontrato mentre risaliva le scale (lei era ancora a metà della discesa), gli ha intimato di scendere di nuovo con lei perchè voleva controllare che avesse davvero messo le cosce in congelatore.
E lui ha dovuto obbedire. Non viene in mente ancora la suorina di Amarcord?
Dopo aver lei raccontato ed io ascoltato questa avventura, abbiamo passato in rassegna i vari metodi con cui si potranno cucinare quelle cosce una volta scongelate, e lei ha proposto la sfracaseda.
A buon intenditor...

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