lunedì 13 luglio 2009

In questi giorni mi è capitato di risentire più volte (non al mio indirizzo) il termine "invornito".
Oh quanto mi piace, quanto mi fa ridere.
Invornito è un altro di quei termini che parlano da soli: vuol dire imbranato, ma ha una sfumatura di tenera severità.
E' un termine che, nel dare un giudizio negativo sulla persona (che non sa cavarsela, che sta sempre lì a intralciare: sinonimo di invornito, ma con diversa sfumatura è "trappola") esprime contemporaneamente quasi un senso di affettuosa compassione. Compassione mai neutra, ma sempre venata dalla speranza che il tizio in questione prima o poi si "scanti".
Scantarsi indica proprio il muoversi, darsi da fare, concludere qualcosa. E' il contrario dello stare lì incantati.
Appunto l'invornito è uno che sta lì, come incantato con la testa tra le nuvole e non serve a nulla, anzi, crea a tutti fastidi...finché non si sveglierà dall'incantesimo!
Stessa cosa è la trappola (dialetto trapla): è una trappola. Sembra una persona normale, sembra un bel bambino, sembra una moglie-barra-marito meravigliosa-barra-o e invece...un disastro!

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