lunedì 3 novembre 2008

Sciaf a l'orba

Ieri, giorno dei morti ho sollevato una tenda che di solito si tiene chiusa.
Ho visto un piccolo campo in un cimitero.
Un campo pieno di sole.
Un piccolo campo d'erba diviso in due.
Da una parte tante minuscole tombe con giocattoli, girandole colorate, bambole, pupazzi.
Su tutto un senso di attesa dolorosa: questo bel praticello con tanti giochi attende bambini che possano giocarci. Ma questi bambini sono già venuti e sono andati via. Tutto in un giorno, o in pochi giorni, o in pochi anni.E così è ricominciata l'attesa, ma dolorosa.
Un sentierino divide questo lato del campo dall'altro: una serie di paletti numerati, solo due o tre lapidi col nome, per il resto solo numeri.
Sono i bambini morti prima della nascita, i bambini abortiti.Non è per niente bello. Da noi si dice sciaf a l'orba (l'immagine è questa: vieni messo in una stanza buia e preso a schiaffi, non sai nè da chi nè da dove vengono).
E' qualcosa di cui non si vorrebbe sapere niente. Ma c'è.

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