sabato 1 novembre 2008

La resdora

Sto leggendo un libro che racconta di don Benzi.
Don Benzi era romagnolo e nel libro vengono citate alcune frasi in dialetto. Questo mi ha evocato ricordi del periodo dell'università, periodo in cui ne ho conosciuti tanti, di romagnoli, e in maniera abbastanza approfondita (ho vissuto a Bologna in appartamento con loro e sono stata spesso ospite in Romagna, delle loro famiglie) .
Io i romagnoli li percepisco come una deformazione degli emiliani.
Molto simili a noi, ma un po' diversi.
Le parole ad esempio, sembrano storpiate. Es, noi diciamo "resdora", loro "arzdora".
Resdora significa reggitrice e si dice della padrona di casa. Oggi si riferisce in genere a colei che cucina e fa pulizie, ma credo che l'origine del termine sia nel fatto che una volta la casa era abitata da diversi nuclei familiari: il patriarca con i figli e le rispettive mogli.
Non tutte le donne adulte di casa erano resdore, ma solo quella che appunto reggeva (coordinava e comandava) tutto il funzionamento della baracca. Di solito era la moglie del capostipite.
La Minerva, ovviamente, ha iniziato a fare i lavori di casa a pochi anni. Faceva già la sfoglia quando per arrivare alla tavola doveva salire in piedi su uno sgabellino.
E ricorda ancora l'enorme imbarazzo di quando (lei aveva circa 8 anni), stava tirando la sfoglia per le tagliatelle, e un uomo entrò in casa per cercare i suoi genitori.
Vedendola impegnata in tale attività (appunto) culinaria, disse alla bambina che la sfoglia sarebbe venuta bene solo se alla operatrice fosse sceso un rivolo di sudore "sò (la "s" si pronuncia in questo caso come sonora come, ad esempio, la s di "musica"), per al canaluss d'al cul" (avrete capito che il sedere è uno degli argomenti più gettonati nel nostro dialetto).
Canaluss, italianizzato in "canaluzzo" è...non si capisce???

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