lunedì 27 ottobre 2008

Collegamenti concatenati

Lo so che sembra il titolo di un rompicapo della settimana enigmistica. Invece vuole essere l'espressione di tutti i ragionamenti che ho fatto rileggendo il post precedente dopo che la mia amica...
Primo collegamento: scrivo tutti questi pensieri perché il mio gemellino, che prima si sottoponeva paziente all'ascolto di tante cose che mi passavano per la testa, ora non può più farlo per motivi di distanza. Va be'.
Secondo: io ho inviato i miei post a tante persone (tra cui i miei fratelli) che secondo me potevano condividere questi ricordi e quindi entusiasmarsi e commentare, arricchire, condividere.
Tutti zitti, tranne la Pepi che mi ha fatto un commento privato.
Ieri mattina, però, a sorpresa, ho trovato un commento della mia amica Anto che, oltre ad essere una gran brava prof, è anche una affermata e ottima scrittrice.
Questo mi ha anzitutto commosso, poi lusingato perché, sapete, per me lei è un po' il modello di tutti noi laureati in lettere: è riuscita a scrivere un libro e a farselo pubblicare da Mondadori (in realtà ne ha scritti due ed è stata la Mondadori a cercarla!).
Lo so che lo desiderano molti anche non laureati, anche perché adesso va di moda e tutti credono di saper scrivere, ma per noi è come il sogno della giovinezza, il primo sogno, e quindi...
So anche che non era il caso che rivelassi di essere laureata in lettere visto come scrivo, ma credo che la mia enorme ignoranza di ritorno sia giustificata dal fatto che dopo la laurea per 11 anni ho lavorato come educatrice a portatori di handicap e solo da pochi anni ho ripreso contatto (lavorativamente parlando) con i libri e solo dal punto di vista commerciale.
A proposito di ignoranza di ritorno, mi viene in mente un aneddoto che mi ha divertito molto.
All'inizio della mia attività di libraia, circa tre anni fa, si presentò sulla soglia della mia libreria (che è una libreria di settore, dove non si trovano principalmente letteratura e narrativa, ma soprattutto saggi) un importante avvocato, famoso e molto colto.
Rimanendo sulla soglia, si presentò e mi chiese tuonando se tenessimo qualche lirico.
Io risposi: sì, qualcosa, ad esempio Dante.
Lui, guardandomi come si guarda un insetto spregevole ribatté: non mi riferisco alla lirica come poesia in generale ma come stile.
Nella nebbia che avvolge le mie memorie scolastiche si accese una scritta luminosa: hai fatto una enorme gaffe (e soprattutto hai fatto la figura dell'ignorante!).
Dopo che l'avvocato se ne fu andato pieno di disgusto, mi rivolsi all'oracolo Google e gli chiesi: ricordami, caro, che cos'è 'sto benedetto stile lirico.
Google rispose, puntuale. E confermò la mia gaffe.

Chiudiamo anche questo anello della catena di pensieri ed andiamo velocemente al punto.
Il punto è che il commento della prof mi ha portato a rileggere l'ultimo mio post, beandomi del fatto che anche lei l'avesse letto ed apprezzato.
Allora mi è sovvenuto un altro modo di dire molto espressivo, tipico della mia famiglia: ross!
Dicevamo dell'espressione: du sold ed più, mo ross.
Ironicamente dire "ross!" significa al contrario: no!, mai! scordatelo! non ci pensare proprio!
La frase completa sarebbe: ross, ch'a t'al comper! (Proprio non te lo compro!)

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